Nell’amore la conversione

Su ali d'aquila

Domenica 06 novembre 2022 - Cristo Re dell'Universo


Quanto ci fa paura la parola “giudizio”? Penso a quando da bambini attendiamo il voto dopo la verifica, e quindi la paura di prendere un brutto voto, penso a quando capiamo che una persona ci sta valutando con il suo sguardo, penso a quando le nostre azioni trovano posto nel parlare della gente,… e penso al vedere Dio che giudica noi, la nostra vita, dal trono della sua gloria. I nostri anziani sono cresciuti con questa immagine di un Dio giudice, di un Dio che punisce chi se lo merita… e anche certi nostri modelli educativi fanno riferimento a questa immagine… ma è veramente questo Dio?

La lettera di Paolo ai Corinti ci porta a vedere quale è il nostro spazio di azione, il nostro spazio di testimonianza: la Pasqua di Gesù. La Pasqua di Gesù non contempla solo la morte in croce del Figlio di Dio, e quindi la salvezza donata ad ogni uomo che muore, ma anche la salvezza per chi è rimasto nella trappola della indifferenza e del nulla che la morte stessa crea. Discese agli inferi: così diciamo nella nostra professione di fede. Gesù scende negli inferi che la morte crea, scende nelle tenebre dell’uomo, lo strappa dalle morti che vive, perchè l’uomo partecipi della sua gloria.

Capiamo allora quale è lo spettro del nostro agire: come Cristo è sceso per te, strappandoti dalla morte e continua a scendere per te ricordandoti chi sei (perchè questo è il gioco del male, farci dimenticare chi siamo!), così anche tu sei chiamato a scendere negli inferi dei tuoi fratelli per strapparli da quello che non sono. Come si può sentire amato uno che è in carcere, malato, assetato, affamato, uno che non viene riconosciuto dai propri genitori perchè sempre nella corsa frenetica. Come si può sentire amato uno che viene sempre criticato dagli altri per quello che fa, sapendo che lui non sa cosa è il bene.

Il nostro agire è l’agire della missione dei discepoli che nel fuoco della verità che il Figlio dell’uomo ha donato a loro nell’amore del Padre portano questo fuoco di amore ai fratelli e alle sorelle. E allora possiamo rileggere con un nuovo sguardo il giudizio di Dio. Dio non ci giudica, ma è il nostro agire, è il nostro corrispondere all’amore che abbiamo comunque ricevuto nella vita che ci giudica, perchè la forza dell’amore non sta nel preservare la mia vita in maniera solitaria, ma sta nel custodirla dentro una relazione, dentro un noi, il noi del Padre e del Figlio che rivela nello Spirito l’unità e la trinità di Dio e il suo unico volto: Dio è amore e il volto dell’amore per noi è l’umanità divina di Cristo, il suo tutto spezzato per noi!

Questo è il messaggio della regalità di Cristo. Noi partecipiamo alla sua regalità se veramente entriamo nel dinamismo del suo amore, dell’amore che non si sottrae, dell’amore che riconosce che quello che si fa è poco e nulla, perchè il campo di lavoro è abbondante. Vivere nella sua regalità vuol dire vivere di questo amore che riconosce sempre in ogni uomo il suo Volto. E allora in questa domenica sciogliamo pregiudizi e valutazioni superficiali, sciogliamo il volto di un Dio senza misericordia, ma impariamo a camminare nella verità e nella verità a saper veramente stare alla scuola dell’amore di Dio, di quell’amore che ci rende pienamente partecipi della sua gloria, della sua regalità. Questo cuore che si apre è la chiave per una vera conversione del mondo, di ogni uomo e donna di questa Terra!
 

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